Uppsala, 12 Aprile 2017
Carissimi Brotzini,
Sono un fantasma che scrive dall’oltre maturità, un mondo strano senza assemblee d’istituto, ricreazioni e note nel registro. Un mondo diverso da quello che state vivendo ora, ma al quale, tra qualche mese o qualche anno, che vi piaccia o meno anche voi ci arriverete..
Parlerò dei miei giorni al Liceo, di un amico in particolare e di tanti altri amici e compagni che insieme a me hanno cercato di fare qualcosa per lui, anche se non ha avuto modo di poterci ringraziare.
Nell’anno scolastico 2010/2011 ero rappresentante degli studenti nella Consulta provinciale e rappresentante d’istituto nel nostro Liceo; un anno veramente bellissimo in cui si sono discusse molte idee: alcune sono andate in porto altre sono state bocciate.
Nel corso del mio anno da rappresentante d’istituto e alla consulta provinciale mi sono battuto tantissimo per un progetto a cui ho creduto molto e in cui tuttora credo pur non potendo fare molto a riguardo trovandomi a più di 1000 Km a nord di Pitz’e Serra in una città universitaria poco più a nord di Stoccolma.
Si parla del progetto di sicurezza stradale ‘Vivo Sicuro’.
Un’idea nata da noi ragazzi e destinata ad altri ragazzi della nostra scuola e di tutta la provincia. Il motivo? Come molti di voi sapranno o avranno notato, davanti alla scuola c’è un murales con tante scritte (sensate per una volta non le solite ‘More ti amo 6 il mio mondo 4ever’ etc.) e fotografie dedicate a Leo.
Leonardo Secci era un ragazzino della mia stessa sezione allo scientifico, un anno più piccolo, che conoscevo personalmente e che conoscevano in molti per via della sua vivace personalità e del suo carattere molto socievole.
Verso le 9 e mezza del 12 Aprile 2010 rimase vittima di un incidente stradale, davanti ai cancelli della nostra scuola e nonostante l’arrivo immediato dei soccorsi non ci fu nulla da fare. Fu per noi un triste e cupo momento della nostra vita e molte persone della mia generazione di Brotzini sono rimasti scioccati dall’avvenuto.
Dopo tutto a 16-17 anni ci si crede invincibili, le malattie e la vecchiaia sono lontane, chi ci può toccare?!
Per questo motivo, insieme con gli altri rappresentanti e con l’aiuto di tante persone, da studenti a professori, al preside stesso e al resto del personale scolastico ci siamo uniti per creare un qualcosa per ricordare Leo e per fare si che tutti i nostri coetanei ragazzi pensino all’importanza della sicurezza stradale.
Quelle macchie di rosso scuro sull’asfalto sono rimaste per molte settimane e quelle immagini rimarranno per sempre nella mente della mia generazione di liceali Quartesi.
Mi rendo conto che per chi non era presente al liceo quel 12 Aprile del 2010 e non ha conosciuto Leo di persona possa essere difficile vedere l’importanza, a sette anni di distanza, di questo progetto da noi avviato con tanto impegno e fatica.
Leo purtroppo non è stata l’ultima vittima di un incidente stradale. Da allora hanno perso la vita sulla strada, tra le persone che conosco, due coetanei ed un amico di famiglia, padre di un carissimo amico.
Vi invito fortemente a riflettere su questo e se avete la possibilità di parlarne con amici e compagni perché solo voi potete rianimare questo progetto e portarlo avanti per le generazioni future.
Oltre all’aspetto sociale, connesso con il ‘fare un’opera di bene’, il coinvolgimento in un simile progetto vi permetterebbe di acquisire importanti competenze, utili in un futuro mondo del lavoro, sia come esperienze da inserire in un CV, che come acquisizione di competenze dovute proprio al lavoro che la progettazione e l’esecuzione di un progetto come ‘Vivo Sicuro’ comporta.
Quando ho fatto domanda per studiare all’università di Manchester e, successivamente, per fare la specialistica qua ad Uppsala, ho sempre citato la mia esperienza come parte del comitato organizzativo del progetto. Dopo tutto, se la scelta é tra prendere “8 e mezzo” senza avere esperienze extra oppure un “7 meno meno” col bagaglio di esperienze maturate in un anno di lavoro (marketing, pubbliche relazioni, capacità di parlare al microfono davanti a centinaia di persone, gestione della stampa etc.) l’Università o l’eventuale datore di lavoro favoriscono indubbiamente un curriculum più ricco, soprattutto se lavorando per una nobile causa. Detto questo, pur avendo dedicato tantissimo del mio tempo a questo progetto, unitamente ad altri impegni (rappresentante d’istituto, consulta provinciale, volontario al 118 etc.) sono comunque riuscito a maturarmi con 100.
Se siete interessati vi invito fortemente a contattare il Prof. Luigi Piras, una persona molto in gamba che dal primo consiglio d’istituto nell’Ottobre del 2010 ha sempre creduto e fortemente sostenuto questo progetto nel corso degli anni. Chiedete di lui a scuola o scrivetegli una mail: luigipiras@virgilio.it oppure potete mandarli un messaggio via WhatsApp al numero: 327 54 03 302.
Vi ringrazio per la vostra paziente attenzione.
Calorosi Saluti,
Alex